Il mio racconto inizia in modo banale: C'era una volta una compagnia teatrale che si esibiva continuativamente in un teatro forse un poco datato, ma ricco di storia e fascino.
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Ci sono giardini che sono vere e proprie opere d'arte.
Io la chiamo “microcomunicazione”
Ho dato un nome a quello su cui sto lavorando molto da qualche tempo.
Sempre affamato di metafore, mi trovavo a pensare alla prossima estate e a quali itinerari programmare con la mia barca, molto di più di un semplice svago, ma spesso incubatrice di idee, rigeneratrice di nuove energie e ricostituente per corpo e spirito.
Il "paradosso di Babele"
Non c'è mai stata tanta difficoltà nel comunicare come oggi.
Per riportare un motore nelle condizioni perfette è spesso necessario smontarlo dalla macchina.
Solo se siamo aperti ad ascoltare e accogliere punti di vista differenti, possiamo pensare di essere ascoltati e presi in considerazione. Se tutti pensano solo ad imporre le proprie idee e condividere i propri punti di vista si creerà solo rumore e non ci sarà alcun arricchimento e crescita...come se ci scambiassimo solo PDF non modificabili.
Non si...
Ho letto di recente un post che mi è sembrato una perfetta metafora di quello che purtroppo siamo diventati per abitudine e condizionamenti esterni.
Perché in fondo lo ho sempre fatto, a partire da me stesso.
In questi giorni ho divorato, o meglio assaporato perché ci sono mille sfumature e chiavi di lettura da gustare, il libro di Luca Bassani "UN SOGNO CHIAMATO WALLY".