Solo la bellezza è destinata a durare, le mode passano
Nel giorno della scomparsa del critico d'arte Philippe Daverio, un uomo che alla bellezza ed alla sua divulgazione ha dedicato la vita, mi sento di scrivere queste righe proprio riflettendo su questo concetto. Gli spunti non mancano: oggi più che mai si acceso il dibattito sui canoni di bellezza che cambiano nel tempo. Un tema che, da uomo di comunicazione, rende onore alla Casa di moda Gucci che ha saputo accendere i riflettori sulla sua ultima testimonial. Se lo scopo era far parlare di sé e dare visibilità all'operazione, l'obiettivo è stato sicuramente centrato. Ogni messaggio in grado di distinguersi e accendere discussioni, in questo senso, è da ritenere valido nel solco del proporre qualcosa di differente e dirompente. L'idea che sta alla base di questa campagna è tuttavia secondo me fallace nel contenuto. Non penso affatto che il concetto di bellezza sia mutevole nel lungo periodo, cambiano le mode con corsi e ricorsi, gli stili di vita, ma quello che è bello rimarrà bello per sempre. Una bellezza, quella di cui voglio parlare, che è molto simile all'idea di eterno. Gli esempi in Italia sono innumerevoli, quanta bellezza ci hanno lasciato dal passato, quanta ne lasceremo noi al futuro? La domanda vuole essere un invito a riflettere su come, inseguendo mode, facendo prevalere la razionalità e la standardizzazione alla creatività, il certo a discapito del coraggio di osare, l'uniformità alla distinzione, l'inseguire il gruppo invece di essere pionieri, lasceremo ben poco di quella bellezza che ci ha sempre resi unici al mondo. Tutte le conoscenze, le tecnologie, il passato come piedistallo per guardare al futuro, niente rivoluzioni, ma evoluzione continua nel rispetto della nostra tradizione, da utilizzare come arma vincente e non vissuta come un limite in quel processo di omologazione con il resto del mondo. Puntare sulle differenze e non su una apparentemente rassicurante "così fan tutti". Raccontare sempre una storia che tenga ben presente quella passata e non inventarsene una senza passato e conseguentemente senza futuro.
Marco Fasoli