Rivoluzione non coincide quasi mai con evoluzione

05.02.2020

Quando si racconta di prodotti, che abbiano un minimo di storia alle spalle, che abbiano a che fare con i gusti, con l'immagine in cui identificarsi, ma anche con la funzionalità, mi sento di sposare come modello vincente quello dell'evoluzione, tutt'altra cosa rispetto quello di rivoluzione, troppo spesso abusato e che in molti casi fa perdere il motivo principale e la funzione primaria dell'oggetto. Tecnologia, ricerca, e conoscenze devono essere asservite all'evoluzione dei prodotti e i risultati di chi ha sposato questa strada mi sembra possano essere esempi di grande successo.

Parliamo di automobili, un settore che, come sapete ho frequentato e frequento ancora oggi con grande piacere. Qui gli esempi di evoluzioni di modelli sono evidenti e tutti caratterizzati da storie di enorme successo. In tutti i segmenti i marchi che hanno saputo conservare tratti profondamente riconoscibili, evolvendo propri prodotti come si evolvono le discendenze in un albero genealogico, sono quelli che hanno saputo dare vita a miti intramontabili.

Automobili completamente diverse, se messe di fianco alle loro antenate, ma ad esse immediatamente riconducibili: la Fiat con la sua 500 attuale, ha saputo ricreare un'icona. Tutta diversa, tecnicamente e con alcun pezzo in comune, diversa nelle dimensioni, ma unica ed iconica. All'estremo opposto delle supercar, impossibile non prendere come modello l'immortale 911...qui l'alchimia ha qualcosa di magico: tutta diversa, cresciuta nelle dimensioni, super tecnologica, ma immediatamente riconoscibile anche a chi di automobili è completamente a digiuno. Anche nelle ultimissime creature coi sono casi che reputo estremamente virtuosi: la nuova Honda elettrica che sembra essere la pronipote della prima civic, simpatica e rassicurante, seppur proiettata vero il futuro. Il concept della Peugeot che reinterpreta evolvendo, ma non rivoluzionando, gli stilemi della bellissima 504 coupé.

Fino a qui gli aspetti legati all'immagine ed al fascino, ma gli stessi concetti trovo che sii possano ascrivere anche alla funzionalità. Un'automobile deve rimanere un'automobile, arricchita fin che si vuole, ma il suo "core business" non può cambiare...definire una vettura particolarmente raffinata un computer, trovo che sia un'errore di comunicazione, che mortifica l'oggetto.

Quando cerco di spiegare questo con un esempio veloce, mi vengono sempre in mente gli pneumatici. Tanta tecnologia, prestazioni incredibilmente migliorate, durata, sicurezza, riduzione dell'impatto ambientale...ma tutto senza smettere di essere uno pneumatico.

Mi piacerebbe applicare questo paradigma ad ogni oggetto e forse ci renderemmo conto di tanti errori.

Marco Fasoli