Non esiste inclusione senza esclusione....parole ipocrite
Dopo avere più volte manifestato tutto il mio disappunto sulla parola resilienza applicata all'essere umano, oggi mi dedicherò ad un altro must: inclusione.
Trovo che non esista nessuna parola più ipocrita, spocchiosa e falsamente buona di questa.
Includere significa che ci sia qualcuno fuori da fare entrare, con la nostra grande magnanimità e apertura mentale, nel nostro cerchio di quello che riteniamo giusto, i nostri valori buoni e quanto ci sentiamo bene e in pace con noi stessi a definirci "inclusivi".
I cattivi vi hanno tenuto fuori ma noi siamo buoni e vi facciamo entrare.
Io penso invece che ognuno debba essere libero di essere quello che vuole, è o desidera essere, esattamente dove si trova, non c'è nessun circolo dove includere o escludere, perché semplicemente non dovrebbe esistere.
Quanto sono belle le persone che affermano quello che sono senza bisogno di chiedere di essere inclusi da nessuna parte.
Siamo tutti diversi e la bellezza è proprio questa, rispettare ed arricchirsi delle unicità di ognuno senza giudicare, includere o escludere.
Insomma dopo resilienza, anche inclusivo fa parte di un sipario da strappare, un idea falsamente buona che nasconde una società che non è mai stata tanto cattiva e stronza come oggi.
Marco Fasoli