Eicma 2022: Eicma Effect VS Bentornata Adrenalina
Qualche premessa prima di esporvi le mie riflessioni su una giornata a Eicma
Sono un appassionato che farà sempre il tifo per il settore e quello che potrà sembrare una polemica, è invece un grido di allarme che avevo già lanciato una decina di anni fa per le automobili. Per fortuna esistono ancora eccezioni e comunque varrà sempre la pena di fare un giro a Eicma, qualcosa che vi piacerà lo troverete sempre. Detto questo devo raccontare di un'esperienza non proprio esaltante come invece dovrebbe essere quando si parla di due ruote, concentrato di passione e ultimo baluardo contro il "logorio della vita moderna". Iniziamo dalla campagna ADV, sofisticatissima, con interazioni con il metaverso, di fatto gigantografie di faccione più da monopattinisti urbani, che legate all'emozione più reale che mai che regala una motocicletta. Tanto mi era piaciuto il claim che celebrava il ritorno dell'adrenalina dello scorso anno, quanto mi ha lasciato interdetto quello di quest'anno che avrebbe potuto accompagnare una fiera di qualunque settore, dalla cosmesi, al corso motivazionale. All'interno capisco che il cambio di paradigma comunicativo è giustificato. Tanto, troppo elettrico senza anima, molte moto uguali tra loro, marchi sconosciuti dove sullo stand non si parla nemmeno l'inglese e poi, da uno stand inizia la conferenza stampa, qui purtroppo in comprensibilissimo italiano: noi non produciamo motocicli, ma strumenti per la mobilità...ma che C.A.S.E state dicendo? Proseguo un poco depresso. I giovani vogliono mezzi green, connessi e magari in grado di non scivolare mai....mi ricorda qualcosa di già sentito, una strategia che ha fatto si che i giovani si tenessero stretti i propri smartphone e "sfanculassero" le automobili, diventate solo perversioni dei loro dispositivi, molto più costosi e con orpelli inutili come volante e 4 ruote. Tutto razionale, tutto algido, tutto in grado di togliere la voglia. E poi giovani e meno giovani addetti degli stand: nessuno, e dico nessuno, in grado di fornire una qualsiasi informazione ancorché generica, o almeno la capacità di scambiare due parole che non siano: "deve parlare con il direttore" che non si capisce perché, Il Direttore paghi queste figure, quando basterebbe mettere dei cartelli con scritto "rivolgersi al direttore". Come ho scritto in testa al pezzo, non mancano prodotti da ammirare, ma mancano invece marchi come MV Agusta, Harley Davidson, KTM, Husqvarna....anche queste defezioni con presentazioni fuori dal salone mi ricordano qualcosa di già visto. Chiudo, citando quello che più mi ha colpito, ma questo è del tutto soggettivo: Parilla e le sue biciclette che hanno conquistato anche me che di biciclette non ne capisco nulla e non pratico, la chiacchierata sullo stand con persone che rappresentano al meglio e con passione di un'eccellenza italiana, lo scrambler 500 di Honda, semplice e affascinante, lo stand Triumph con le sue classiche rivisitate che, guarda caso attraggono sempre più appassionati, di stand deserti con veicoli da star wars che non saprei definire, il nuovo caballero equipaggiato con un bicilindirico da 700 cc, Ducati, mio primo amore, dove qualche moto somiglia ancora ad una Ducati e Kawasaki che mette una di fianco all'altra le GPZ di Maverik in Top Gun di ieri e di oggi, qui riconosco il mio essere tragicamente boomer...ma rimedio, o cerco di rimediare, dicendo che le linee delle elettriche Davinci mi intrigano non poco. Ho apprezzato molto anche lo stand Royal Enfield, che oggi vanta una gamma completa di motociclette tutte in grado di appagare l'occhio e risvegliare il piacere di andare in motocicletta, senza fretta, tanto ci sono i Velox, ma assaporando la vera essenza del viaggio. C'è molto altro, ma questo è quello che ha colpito me e poi tanto avrete già letto e visto tutto anche prima dell'apertura delle porte del Salone. La moto per me dovrebbe essere l'antitesi di tutto quello che, per piacere o per dovere, viviamo nella vita di tutti i giorno, una pausa da schermi e always connected, per alzare lo sguardo e accorgersi di quello che ci circonda, sentire la temperatura dell'aria che cambia mano a mano che si esce dalla città, gli odori diversi, il rumore del motore che si fonde con i nostri battiti cardiaci rimettendoli in fase...come aggiustare il gioco delle valvole...tutte cose di cui noi meno giovani abbiamo un gran bisogno, ma che trovo sia profondamente egoistico non raccontare e condividere con i più giovani. Gia i giovani...quelli che ci raccontano gli uomini del marketing, ma che poi basta passargli davanti sgasando, o andare a prendere il proprio figlio a scuola con una moto con due begli scarichi e un po' personalizzata per vedere nei loro occhi un misti tra invidia, ammirazione e gran bisogno che gli si racconti una storia diversa....
Marco Fasoli