Cosa resterà di quegli anni ’80…
Ve lo dico subito, sto parlando di fuoristrada, quelli veri, duri e scomodi nella maggiore parte dei casi, ma che negli anni '80 hanno iniziato a conquistare anche i paesaggi urbani e le vie dei centri storici. Una moda, certo, ma anche mezzi eccezionali in grado di percorrere ogni tipo di terreno, con limiti posizionati molto più in alto di quelli della maggior parte dei loro guidatori. Status symbol, che dalle località montane più alla moda sono scesi in città...e da allora è cambiato tutto. Oggi, se ci si limita al discorso sociologico di fenomeno di costume, i loro eredi sono le SUV, city SUV, familiari crossover, SUV sportivi, Maxi SUV, Mini SUV...sicuramente la naturale evoluzione di mezzi che, dopo essere migrati in città, sulle mulattiere non ci sono più tornati e non ci torneranno mai. Più comodi, efficienti, razionali, guidabili, ma ci sono delle eccezioni. Qualcuno di loro è rimasto, evoluto anch'esso, ma ancora in grado di arrampicare come nessuno, e di conservare quell' immagine avventurosa.
Diversi da una SUV, diversi da tutto e per questo stupendi. Spesso portano lo stesso nome: Suzukini, Jeep, Range Rover, Mercedes Classe G, Mitsubishi Pajero, Toyota Land Cruiser, Qualcuno è sparito, come il Patrol della Nissan...un mito come Land Rover Defender ci ha salutati con una strepitosa "final edition" V8, ma tornerà. Cosa resterà di quegli anni '80? ecco le mie risposte: Suzukini, Jeep Renegade diventato Wrangler, Range Rover, Pajero, Land Cruiser e la leggenda del fuoristrada Mercedes Classe G, ma anche la rude e spartana UAZ 469, disponibile ancora oggi con il nome di Hunter: stesso fascino "militaresco", ma anche aria condizionata e servosterzo...banalità per tutte le vetture di oggi, ma eccezionali per una UAZ.
Marco Fasoli