Come nasce un’icona?...un mix di razionalità, genio e...magia
Porsche 911, Chevrolet Corvette, MINI e persino il caro e molto più popolare "Pandino". Cosa hanno in comune queste automobili? Poco, qualcuna proprio nulla...ma tutte hanno rappresentato un punto di rottura nei rispettivi segmenti di appartenenza e sono diventate, fatte le debite proporzioni, icone in grado di attraversare tempi e mode.
Parlo di automobili, ma potrei estendere il discorso a motoscafi Riva, Magnum, Baia, Tornado, Itama, a capi d'abbigliamento come i tubini di Givenchy, profumi...
Come si crea un'icona?
Difficile rispondere, sarebbe troppo bello...nessuna creazione nasce con questa consapevolezza. A posteriori si possono notare però dei tratti comuni e distintivi, certo non la ricetta magica per il successo eterno, ma elementi senza i quali sembra impossibile arrivare a questi risultati. Insomma le classiche condizioni necessarie, ma non sufficienti...perché nella nascita di questi miti senza tempo c'è sempre anche qualche alchimia particolare, che mi piace considerare quasi magica. Cosa sono però queste caratteristiche necessarie? Prima di tutto tutti questi oggetti hanno rappresentato una rottura forte con le convenzioni precedenti, hanno stabilito nuovi termini di riferimento nei rispettivi segmenti e tutti, ma proprio tutti rappresentavano un manifesto in tema di design "funzionale", la bellezza come massima espressione di pulizia ed efficienza delle forme. Apparentemente molto semplici, queste icone senza tempo racchiudevano in realtà il fattore della genialità, quindi tutt'altro che semplice da riprodurre. Come una tela squarciata di Fontana, una legge fisica di Einstein, una sinfonia di Mozart...fatta di 7 note ma di infinite sfumature.
Marco Fasoli