Automobile, incentivi si, ma devono essere accompagnati da una “riabilitazione”

15.07.2020

Finalmente sembra che il settore automotive inizi a ricevere le attenzioni che si merita da parte del governo in tema di incentivi, indispensabili per ridare un po' di respiro ad un comparto economicamente fondamentale per l'economia del Paese. Si tratta della classica boccata di ossigeno per rianimare un settore che, come altri, è uscito dall'emergenza covid con le ossa rotte. Se però pensiamo che basti una boccata di ossigeno, lasciando tutto come prima, per risolvere i problemi, siamo, secondo me lontani dalla realtà. L'automobile non stava bene nemmeno prima di questo maledetto virus, come del resto altri settori. Se non si metterà in atto una "terapia di riabilitazione" fatta di un approccio diverso che riporti l'automobile nel suo giusto contesto, di emozionalità, di sogni, di libertà, alleggerendola un po' da tutto quello che sembrava essere diventato "tutto", distorcendo il messaggio e raffreddando la passione dei clienti, se non si tornerà a parlare di bellezza, di piacere, di appagamento, se non si smetterà di dipingerla come un nemico da combattere, pensando che l'Italia sia solo Area C di Milano, dimenticando che il nostro bellissimo Paese è fatto di borghi, cittadine, montagne, colline, posti isolati e che l'automobile o la motocicletta sono l'unico mezzo per raggiungere angoli che sono fuori dalle rotte aeree, dalle tratte dell'alta velocità e che rappresentano il meglio del nostro Paese, l'automotive ne uscirà sempre mortificato. Lo avevo scritto in tempi non sospetti, all'inizio di questo incubo, l'auto dovrà tornare al centro della nostra vita, avevo previsto il ritorno dei drive-in, del turismo di prossimità, delle gite "fuoriporta", vedo la comunicazione orientarsi sempre più frequentemente nella direzione che ho sempre indicato essere l'unica ricetta contro il disinnamoramento e l'apatia verso questi oggetti meravigliosi. Jeep che sottolinea come potrebbe parlare di tanti dispositivi tecnologici, ma in fondo quello che conta è il valore del suo nome, Jaguar che pubblicizza la sua bellissima Coupé F-Type con il claim "torniamo a parlare di bellezza", Mercedes che sta per uscire con uno spot in cui le tecnologie sono solo un contorno appena accennato, puntando tutto sui valori più umani, Maserati che ostenta la bellezza scultorea del suo nuovo motore Nettuno, BMW che promuove la sua SAV plug-in sottolineando come non ci debba preoccupare dell'alimentazione, quello che conta è il piacere di guidare una BMW...tutti i brand con una storia, la stanno rivalutando e raccontando, sottolineandone l'importanza...perché proprio nella loro storia ci sono quei valori che, se tenuti ben presenti e raccontati, saranno sempre un piedistallo inattaccabile verso chi di storia non ne ha....Vendere auto senza raccontare emozioni, interpretare i desideri dei clienti, i loro sogni, le loro aspirazioni e stile di vita, sarà un'operazione sempre più sterile. Ultimo punto di questo processo di riabilitazione riguarda le infrastrutture che devono essere pensate per rendere lil traffico più scorrevole, agevolare e ridurre i tempi di spostamento e di parcheggio...ricordando sempre che un'automobile incolonnata nel traffico inquina molto di più. L'auto è un oggetto meraviglioso, basta guardarsi indietro per capire che sarebbe un delitto sperperarne i suoi valori più autentici, che poi sia elettrica, ibrida, termica...questo deve essere solamente un diverso carburante per muovere sogni e passioni.

Marco Fasoli